Per Gocce di Terra la natura è una grande maestra in grado di favorire l’apprendimento autonomo. L'educazione in natura è attiva e scandita da tempi distesi, alla ricerca e scoperta di dimensioni che possano dare spazio alle caratteristiche di ognuno.
All'interno la struttura ha la forma dell’atelier: uno spazio nel quale non entrano schede pre-confezionate, modelli da imitare o schemi da seguire acriticamente, perché sono il contrario della creatività che l’atelier cerca di promuovere.
L'educazione in natura è originaria dei paesi nordeuropei ma negli ultimi anni sta vedendo una rapida diffusione anche
in Italia. Nata come risposta a fenomeni di indoorization è oggi una proposta
pedagogica che offre una risposta anche ai nuovi stili di vita imposti dalla pandemia. Però non è sufficiente uscire dall’aula per parlare di educazione in natura: l'intenzione educativa deve sempre porre lo studente, il suo ‘fare’ e il suo ‘pensare’, al centro del processo di apprendimento.
Il gioco è un diritto di tutti i bambini: a stabilirlo è la convenzione ONU dei diritti dell’infanzia che nell’articolo 31 afferma che “i bambini hanno diritto al gioco, al riposo, al divertimento e a dedicarsi alle attività che più gli piacciono.”
Molto spesso il senso di protezione verso i figli sfocia in paura e controllo che non permette e consente al bambino di sperimentare.
Sin dai primissimi giorni il bambino inizia ad apprendere, e come disse Jean Piaget, dai 2 mesi iniziano ad imitare.
Per far sì che il bambino apprenda ha bisogno di sperimentare e vivere esperienze reali.
Nel nostro Paese è ancora molto forte la convinzione (errata) che il freddo faccia ammalare. In realtà è vero esattamente il contrario: i bambini che giocano all’aria aperta anche in inverno (ben coperti ovviamente) sono più sani. Anche in tempi di Covid, anzi… adesso ancora di più!